giovedì, marzo 06, 2008

:::il post di ieri:::

La mia disoccupazione è durata un week end, ho perso un posto favoloso (come orario, non per i soldi) e ho lavorato tre giorni in un posto col mio orario preferito.. solo tre giorni.. breve assaggio di vita..
Ma domani..
Domani è un altro giorno, direbbe Rossella o’hara.
Domani inizia un nuovo calvario col sabato lavorativo.
Non so ancora precisamente l’orario ma al 99,9 % dovrebbe avere il sabato lavorativo.
Ho pianto.
Mentre camminavo per strada. Che sfigata.
Tralascio ogni commento perché sarebbe l’ennesima ripetizione di cose già dette e stridette.
Per fortuna (vostra, certamente non mia) non ho internet a casa e perciò non leggerete milioni di post contro il lavoro.
Che comunque sia chiaro: io non sono totalmente contro il lavoro, anche se non mi sta molto simpatico, sono contrarissima al lavoro di sabato.
È una violazione dei diritti umani.
È tortura legalizzata.
È privazione della libertà personale.
È un’invenzione dei produttori di cibi precotti e venditori di elettrodomestici: quando lavori il sabato non hai il tempo materiale per fare nulla, che sia cucinare o lavare un paio di calzini.
Figuriamoci poi avere il tempo per riflettere sui problemi del mondo..
È un modo per evitare i conflitti: se tu togli alle persone il tempo per riflettere o per organizzarsi è difficile avere una qualsiasi contestazione.
Sto delirando.
Purtroppo questa è la mia condizione. Se lavoro il sabato mattina occupo tutto il pomeriggio del sabato a dormire per resistere sveglia alla sera.
Ho un fisico di merda, non è una novità.
Mi dispiace, ho pena per me stessa.
Voglio piangere fino a non avere più lacrime.
Questo sabato però sarò in piazza, anche a costo di farmi scoppiare il cuore a forza di caffè.
Ho 194 motivi per esserci.
Se solo ne trovassi uno che mi facesse venir voglia di lavorare..
Soldi esclusi, grazie.




post scritto ascoltando gente che parla

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