venerdì, marzo 28, 2008

:::va meglio:::

Felicità è tenersi
per mano andare
lontano la felicità
il tuo sguardo
innocente in mezzo
alla gente
la felicità è restare
vicini come bambini
la felicità
felicità felicità
è un cuscino di
piume l'acqua del fiume
che passa e che va
è la pioggia che
scende dietro alle
tende la felicità
è arrossare la luce
per fare pace
la felicità
felicità felicità
è un bicchiere
di vino con un
panino la felicità
è lasciarti un
biglietto dentro a
un cassetto la
felicità è
cantare a due voci
quanto mi piaci
la felicità felicità
senti nell'aria
c'è già la nostra
canzone d'amore
che va..
come un pensiero che
sa di felicità...
senti nell'aria
c'è già un raggio
di sole più
caldo che fa..
come un sorriso che
sa di felicità...
felicità è una
sera a sorpresa
la luna accesa
la radio che va
è un biglietto
d'auguri pieno
di cuori
la felicità
è una telefonata
non aspettata la
felicità felicità
felicità è una
spiaggia di notte
l'onda che batte la
felicità è una
mano sul cuore
piena d'amore la
felicità è
aspettare l'aurora
per farlo ancora la
felicità felicità
senti nell'aria
c'è già la nostra
canzone d'amore
che va..
come un pensiero che
sa di felicità...
senti nell'aria
c'è già un raggio
di sole più
caldo che fa..
come un sorriso che
sa di felicità...
senti nell'aria
c'è già la nostra
canzone d'amore
che va..
come un pensiero che
sa di felicità...
senti nell'aria
c'è già un raggio
di sole più
caldo che fa..
come un sorriso che
sa di felicità...


felicità, albano e romina



è tutta oggi che mi gira in testa questa canzone, cambiando però il testo in
"felicità, è non lavorare il sabato mattina.. felicità, è riprendere la mia rete, felicità è riavere una trash.."
si, ho un lavoro col tanto sospirato sabato a casa.
si, riprendo internet a casa.
si, domani, anche se non è proprio la stessa cosa, ho un'altra serata all'insegna degli anni '80..
si, sono felice.
fisicamente sto ancora abbastanza uno schifo.. le vescichette non sono passate del tutto e si è aggiunta una tosse non invidiabile, con contorno di naso chiuso e compagnia bella..
il medico dice che sono debilitata e perciò porta spalancata a qualsiasi germe..
per poter aprire di nuovo seriamente la bocca ci vorrà del tempo.
beh, sapere che domani non lavoro mi dona la forza di cui abbisogno per sistemarmi.
il tempo però da dedicare qui è scaduto.
volevo solo avvetire il mondo del ritorno della mia connessione..


post scritto ascoltando nulla

2 commenti:

Manuel (Ciclismo PST) ha detto...

Scesa dall’auto, dopo esser diventata matta per trovare un parcheggio, Cenerentola si avviò verso la casa del mago. La ragazza aveva le balle che le giravano come l’albero motore delle Ferrari di Massa e Raikkonen. Aveva tribolato giorni per il dente del giudizio, ed ormai era convinta di essere sfigata di natura. Decise allora di ascoltare il consiglio della cara amica Biancaneve, e di rivolgersi ad un certo mago, molto noto nell’ambiente delle fiabe. Arrivata davanti alla porta dello studio magico, ne suonò il campanello.
“Entra, Cenerentola! Entra…” disse una voce. La ragazza si fece avanti e chiese: “Come sai che sono io?”
“Come sarebbe? Sono o non sono Mago Merlino? – rispose lui alla giovane, allibita – e poi,… ti ho vista nel video-citofono. Siediti figlia mia. Ti aspettavo.”
“Ma come sai che sarei giunta da te, saggio Mago? – domandò Cenerentola – allora è vero che vedi nel futuro!”
“Certo, Cenerentola.”
“E dove l’hai visto che sarei arrivata? Nella sfera magica? Nel fondo di una tazzina di caffé? Dove?”
“Stamattina m’ha telefonato Biancaneve. Tutto qua.” Rispose Merlino.
“Mmm… ma sei ‘quel’ Merlino, o un suo parente? Adesso Merlino ha il video-citofono?” domandò Cenerentola, che cominciò a sospettare ci fosse lo zampino di quel tal Manuel.
“Cenerentola mia – disse il Mago – ma che lavori per la Digos? Siediti, forza.”
“Caro Merlino, tempo fa avevo parlato con il Saggio Gufo del Bosco Magico. Ma le cose non si rimettono in sesto più di tanto.”
“Lo so, Cenerentola. So tutto.”
“Come lo sai? Ancora Biancaneve? Ha una lingua quella lì…” borbottò Cenerentola.
“Lei mica c’entra – precisò Merlino – Ho letto il tuo blog. Simpatico quel Manuel.”
“Mmm… tu vai nel Web? Ué, Merlino… ma tu non avevi la sfera magica? Quella li, fatta di cristallo? Io, caro Merlino, ti sentivo raccontato in modo diverso”
“Ragazza mia, guarda che i tempi cambiano. A parte il presentatore di Sanremo, son cambiate tante cose. Pensa che anche Schumacher non corre più. Non divagare, continua il tuo racconto.”
“Dicevo, che le cose mi vanno un po’ vigliacche. Ogni tanto mi faccio due sorrisi con il mio blog, ma ho tante cose piccine che saltano fuori, e come una si sistema me ne arriva un’altra. Che palle!...”
“Mi pareva che ancora non lo avevi detto… continua pure, Cenerentola.”
“Sai che con il mio lavoro le cose vanno in maniera antipatica. Faccio fatica a sistemarmi. Poi ci sono cose che mi buttano giù col morale. A volte sono queste piccole cazz… robette, che sono pesanti. Volevo andare a una bella festa prima di Pasqua. C’erano tanti miei amici del Bosco Magico, invece ho avuto male a un dente. Ho passato una Pasqua, che non ti dico. Poi lo scaldabagno, manco i capelli ho potuto farmi quel giorno… tempo fa la macchina che si stava rompendo, insomma… a volte mi sento uno schifo. Sarò mica sfigata, caro Merlino?”
“Macché – disse Merlino, mentre toccava una zampetta di coniglio – sono tutte dicerie!”
“Sei sicuro? Mmm… Mica mi convinci come Mago, tu.” disse Cenerentola, sempre più sospettosa. Allora, Merlino tolse un panno nero da sopra un’oggetto che stava sul tavolo. Vi apparve la sfera magica in tutto il suo splendore.
“La magica sfera di cristallo!!! È proprio lei? È proprio una sfera di cristallo?” esclamò Cenerentola, stupefatta ed emozionata.
“Macché,… non vedi che è una bicicletta? Certo che è la sfera magica! – disse scocciato Merlino – ed è l’ultimo modello. C’ho pure l’ADSL!”. Il Mago cominciò a sfiorarla – la sfera – con le mani, ed iniziò a blaterare delle strane parole magiche, con tono serio e solenne.
“Par condicio… life is now… Michael Schumacher… ecco… vedo… io vedo… tante persone che ti ascoltano… e tu che racconti e spieghi loro tante cose… tutte queste persone ascoltano in silenzio… poi sento il suono un campanello… e tutti iniziano a correre… e tu dici loro di non correre…”
“Ué, Merlino,… ora non ti ci mettere pure tu! Già c’è Manuel che a volte…”
“Sii paziente Cenerentola mia,…sii paziente… ecco… vedo una donnina felice. Arriveranno più persone a trovarti… e smetterai di fumare così tanto, anche se non lo farai del tutto (con quello che costa, ragazza mia)… il lavoro avrà una grossa occasione… ma ci saranno proposte interessanti per il tuo tempo libero… le tue speranze verranno premiate.”
“Che palle! Senti, Merlino… – disse Cenerentola, con uno strano accento veneto che faceva tanto vicentino – mi pigli in giro?”
“No figlia mia… quello che voglio farti capire, è che adesso va così, ma non per tanto ancora. Tutte le cose che fai, nel modo e con lo spirito con cui le stai facendo, sono fatte con la buona volontà. E niente può scalfire quest’ultima. Vincerai. Vincerai e la sfiga si arrenderà davanti a te. Lei perderà e tu vincerai. Tutto si sistemerà. Domani sarà il giorno per qualcosa, dopodomani per un’altra. E donnina vincerà. Perché le cose che fai, sono fatte nel modo più giusto. Andranno via le serate noiose, così come i momenti in cui ti senti uno schifo e, quando torneranno, sbatterai loro la porta in faccia… e saranno sempre meno le volte in cui dirai; Che palle!”
“Che palle, Merlino… non capisco mica un c***o di tutto ‘sto discorso!”
“Nemmeno io, Cenerentola mia. Credo sia perché, mentre sta scrivendo, Manuel sta proprio ora ascoltando un disco degli Eagles, e allora fa un gran casino. Ogni tanto vi scrivete, è vero?”
“Chi? Io e gli Eagles? Che ti fumi, Merlino?”
“Non tu e gli Eagles!... tu e quell’altro lì… Manuel.”
“Beh,… ogni tanto ce la raccontiamo… ma niente di più.”
“Bravi giovani!” mi ricordo quando ai miei tempi, con Re Artù…”
“Scusa Mago, ma devo scappare. Devo… mmm…ho lasciato il gas aperto… ciao!” disse Cenerentola uscendo di corsa. La ragazza salì in macchina, e se ne tornò a casina sua. Ormai era il tramonto. L’aspettava il bucato da ritirare, messo fuori alla mattina, e non vedeva l’ora di stendersi sul divano con suo pigiamino felpato. Sull’autoradio, mandavano Hotel California, e donn… Cenerentola canticchiava sperando che Merlino c’azzeccasse.

inutile donna ha detto...

spero veramente che merlino c'abbia visto giusto!!